domenica 23 gennaio 2011

Il viaggio da HCMC a Siem Reap

Dal Việt Nam alla Cambogia, da Saigon a Siem Reap  Cinquecentotrenta chilometri circa.

In viaggio. ore tredici e ventotto minuti del venti gennaio duemilaundici

Questa mattina sveglia presto, il sonno non è stata cosa facile, dai rumori che si sono sentiti tutta notte mi sa che l'hotel duna di HCMC è un bordello o un motel a ore, io chiuso nella mia stanza senza finestre ho sentito un continuo salire e scendere di scale e aprire e chiudere di porte.

Non riuscendo a dormire ho continuato quella che ormai è diventata una questione di principio e una sfida, superare i blocchi imposti dal governo Vietnamita sulla navigazione Web, esempio per tutti, il dominio di facebook è impossibile da risolvere e quindi da visualizzare, oltre a twitter & co. 

Dopo aver provato varie strade, da noIP a Tor, e dal tentativo di utilizzare il mio mac in ufficio tramite desktop remoto ho chiesto supporto ad Amerigo che da un paio di giorni sta pensando alla soluzione.

Nella notte abbiamo predisposto un Tunnel VPN per far transitare la mia connessione dal suo router di casa sua vicino a Milano, ma anche questo non ha dato risultati, tranne la possibilità di tracciare una rotta tramite terminale che determina l'effettivo funzionamento del tunnel. Ma la navigazione non c'è ancora modo di farla funzionare, abbiamo proceduto con l'installazione di un proxi per il traffico web, ma nulla.

Alle ore tre comprendiamo che il problema può essere nel conflitto di indirizzi ip tra la rete di Amerigo e quella dell'hotel, amerigo cambia il range di ip della sua rete ma nulla.

Decido di hackerare il router dell'hotel, provo le combinazione di routine ( >admin,admin<>admin,pass<>admin-password<) ma nulla, controllo la marca del router, scarico il manuale e trovo la combinazione di default ( admin-12345 ) è quella giusta ed entro per fare un cambio del range di ip del DHCP, ma penso che sia inutile, provo a cambiare i DNS, metto quelli di telecom, ma sono stanco e non mi vengono più idee…. saluto amerigo e cerco di nuovo di dormire, devo svegliare fra poche ore.

Ore sei e mezza suona la sveglia, mi preparò rapidamente e abbandono questo postaccio, raggiungo l'appuntamento per la partenza in Bus, alla fermata un Vietnamita/Americano vestito bene che mi dice che dobbiamo prendere un taxi perché il Bus non passerà di li, non capisco bene il perché ma lo seguo e facciamo meno di un chilometro raggiungendo l'effettiva partenza della corriera per la Cambogia. Qui ci attendono una decina di persone, local e pellegrini che zaino in spalla mi assomigliano un pò tutti, a prima vista la differenza sta nei tratti somatici e nel colore del grosso zaino che abbiamo sulle spalle, mi unisco a loro, cambio il ticket del bus, scoprendo che faremo una fermata per cambio mezzo a Phnom Penh la città dove vive Antonio, cooperante di Intervita associazione con cui settimana prossimo visiterò i progetti di recupero e supporto della popolazione Cambogiana, forse avrei dovuto invertire il giro per fare un pò meno strada, ma penso che ormai è tardi e l'idea di andare ad Angkor Wat e dintorni con calma per due giorni mi alletta molto.

Salgo sul pullman e mi addormento.
Mi sveglia il tipo che ci accompagna, bisogna compilare alcuni documenti per l'ingresso in cambogia e la richiesta di visto, mi guardo in giro e avrò dormito cinque minuti, siamo poco lontani dal centro di HCMC, compilo tutto, do a lui i soldi del visto e il bus frena di colpo, una ragazza è capicollata per terra con il suo scooter vicino a noi, con grande maestria una ventina di altri ciclomotori la schivano e si fermano ad aiutarla, la ragazza sta bene e non proseguiamo il viaggio.

Leggo un pò, - Polli per sempre -, questo è il viaggio per quel libro che a Milano riesco a leggere due pagine alla volta, qui lo finisco sicuramente prima di arrivare a destinazione visto che sono previste dodici ore di viaggio, mi addormento nuovamente e sogno polli da tutte le parti.

Mi sveglio di colpo, un'altro incidente, a questo motociclista deve essere andata peggio, è già stato portato via, ma la motocicletta è distrutta, incastrata sotto un'altro bus, procediamo e la nostra guida ci avverte che siamo sul confine tra Vietnam e Cambogia, a breve bisogna prendere tutti i nostri bagagli per attraversare a piedi il confine all'interno delle due frontiere.
Nella frontiera Vietnamita, mi annullano il visto e mi segnano l'uscita, mi ero dimenticato che il visa era per un solo ingresso, e se avevo pensato che magari potevo tornare da queste parti con un aereo interno, ora è definitivamente chiuso il capitolo Vietnam di questo viaggio, ringrazio, sorrido, saluto e proseguo a piedi verso la seconda frontiera.

Qui la guida del bus è molto gentile e mi ha fatto il visto, penso che sia una cosa di routine della agenzia trasporti compresa con due bottiglie di acqua nei diciotto dollari del viaggio.

Quando arrivo davanti al tipo dell'immigrazione però a differenza di tutti gli altri che ci mettevano un paio di minuti, a me non mi fa passare, ma nemmeno mi dice niente, chiama un'altra guardia e si parlano, penso già che sia per la foto che ho sul passaporto, pelato e senza barba un pò diversa da ora, capelli e barba lunghi, si consultano, chiamano il terzo, mi fanno una foto con la webcam ( forse di prassi ) e poi mi accompagnano in una stanza con scritto "Quarantine", non capisco e loro non parlano inglese.

Passano dieci minuti e arrivano altre persone e un tizio in divisa, poi ci accompagnano in un’altra stanza, un tipo controlla di nuovo i passaporti, uno alla volta, ci scruta, mi sembra un Comunista di vecchio stampo, stanco ed annoiato.

Arriva i mio turno, mi guarda e ride, penso io, -che cazzo ti ridi -, ma non dico nulla, forse non è il caso, poi dice : Fidel Castro e scoppia in una risata, rido anche io e mi accompagnano all'uscita.

Risaliamo sul Bus mi tolgo lo zaino e scendo a fare la prima foto cambogiana, al bus e alla frontiera, qui cercano di venderci di tutto e di cambiare denaro, rifiuto, sospiro e torno sul bus, guardo gli altri passeggeri ma non ho voglia di parlare con nessuno, riprendo a leggere e poi mi riaddormento.


Siamo nel Regno di Cambogia.





Ogni tanto mi sveglio e scatto qualche foto, leggo, mangio qualche biscotto e poi mi rimetto a dormire, nel frattempo il bus si ferma e ci danno la possibilità di mangiare in un "autogrill" ma ho mangiato troppi biscotti e non ho fame, anche perché sembra che la specialità sia polli e anatre, continuo a leggere.

Mi sveglio dopo l'ennesimo pisolino e mi accorgo che davanti a noi c'è un fiume molto largo e intuisco che il bus sta salendo su una chiatta per attraversarlo, davanti a noi qualche camion e altri bus, mi prende l'attenzione una macchina extracarica di polli e oche, stipate su più piani e con il muso sofferente, che fanno un verso strano con il becco, scendo a fare due foto e poi risalgo sul bus, il fiume è passato e io decido di mettermi a scrivere, forse nel momento più sbagliato perchè sembra che l'asfalto sia finito e prendiamo una grande strada sterrata, la nuvola di sabbia avvolge tutto e ai bordi tutti hanno mascherine, percorriamo una decina di chilometri, forse meno e ora che scrivo riprendiamo l'asfalto, manca poco alla prima destinazione, il paesaggio è simile a quello vietnamita, con la differenza di alcuni templi sulla strada e di costruzioni leggermente diverse.


Siamo in una infinita pianura spezzata dai piccoli negozi variegati a bordo strada, maculata di risaie e arricchita con negozi di statue e statue sparse davanti ad ogni casa, solo ora si vedono i primi palazzi, forse siamo arrivati, spengo il mac e mi concentro sul paesaggio. K- ore quattordici e diciassette-




Ore Quindici

Sono arrivato a Phnom Penh e ho fatto cambio bus, ho preso da mangiare e da bere cercando di adattarmi a questa nuova moneta, non sono riuscito a trovare una Sim Card, visto che qui quella vietnamita non funziona più.
Si parte fra una trentina di minuti ma non vorrei allontanarmi troppo, qui i pellegrini sono ancora di più, su questo bus principalmente donne Giapponesi, sembrano essere facoltose, poi inglesi e irlandesi, qualche cinese e pochi local.

Niente Wireless free, quindi metto via il mac…. k 

Ore Ventuno e zerodue minuti

Sono ancora sul Bus, il viaggio sembra essere più lungo del previsto, nella prima parte del secondo Bus avevo come compagna di sedile una ragazza di non so bene quale nazionalità, sentendola al telefono sembrava cambogiana, ed aveva un borsone in mezzo alle gambe che la costringeva a tenere le gambe verso il corridoio, essendo anche molto esile non era per nulla ingombrante, ma quando è scesa è salita una donna cambogiana di una certa eta e di una certa stazza, mi limita lo spazio e devo dire che dopo quattro ore di viaggio mi inizia ad infastidire, soprattutto perché ci sono altri posti liberi e fa caldo.

Abbiamo fatto circa quattro soste per pisciate ed abbeveraggi vari dove ho sgranchito le gambe e dove ho aperto lo zaino che ho nella stiva per prendere l'antizanzare, da quando è calato il sole ogni sosta è stata sempre più piena.

Da quando è calato il buio non si vede più nulla del paesaggio ma per mia fortuna dal mio lato del bus c'è la luna, Piena, splendida e magica come al solito, sono anche riuscito a fare un video che dopo controllerò mi sembrava molto nitido anche se non è facile fare riprese alla luna da un bus in corsa su una strada semi-asfaltata.

Frame del video della Luna

L'aria nel bus inizia anche ad essere un pò viziata e la compagna di sedile che sembra la manager di pool pot, continua a ricevere telefonate in continuazione, allargandosi ogni volta per tirare fuori il cellulare, poi pronuncia una serie di versi incomprensibili e attacca.

Comunque anche se non si vede nulla dovremmo essere abbastanza vicini, dicono manchi un'ora a Siem reap, io necessito di una doccia urgente che spero che sia all'altezza delle immagini del sito da dove ho prenotato l'hotel, dopo la notte passata nel bordello da diciotto dollari, vediamo com’è questo quattro stelle da dodici dollari e cinquanta.

L'hotel è veramente un quattro stelle, ho verificato dalla mail e non capisco se sbaglio io oppure c'è qualche cosa che non va in booking.com ma non costa dodici ma trenta dollari, ma non mi importa, devo recuperare in un letto decente almeno per una notte, poi domani si vedrà.

Fa caldo questa notte nel regno di cambogia… e mi sta venendo di nuovo fame, speriamo che quando arrivo facciano ancora da mangiare.

Dopo quindici ore di viaggio arrivo a Siem Reap, scendiamo dal Bus e un Pellegrino Inglese mi propne di dividere con lui un TukTuk, tipico mezzo di trasporto Cambogiano fatto da uno scooter o moto con attaccato un carrellino tipo calesse, ma io devo andare dalla parte opposta, mi si avvicina un ragazzo dicendomi che lui ha rotto il suo tuktuk ma oggi è in moto, gli chiedo quanto vuole per porartarmi al mio hotele mi chiede un dollaro, gli dico che va bene, salgo sul suo motorino dietro di lui, carico di tutti i miei bagagli e ad un velocità moderata prendiamo la strada asfaltata verso l’hotel.

Durante il viaggio mi spiega cosa sono le cose che incontriamo e risponde alle mie domande sul luogo, ,mi dice che il mio hotel è troppo costoso e che se voglio mi porta in quello di suo zio per dodici dollari, ma ormai ho prenotato e altrimenti me lo fanno pagare ugualmente, poi mi propone varie gite per il giorno dopo, ma ringrazio e arrivati all’hotel prendo il suo biglietto da visita e lo saluto.

Salgo in hotel, sembra bello e quando entro nella camera mi stupisco, è una suite, con salotto, camera da letto matrimoniale , bagno con vasca idromassaggio e doccia a parte, ringrazio il tizio che mi ha accompagnato e mi scarico delle valigie per buttarmi un’attimo sul letto.

Dopo poco mi alzo perchè la fame mi sta assalendo, esco dall’hotel e mi dirigo verso la strada principale dove acquisto la simcard cambogiana e chiamo in italia, poche parole e finisce il credito, almeno sa che sono arrivato.

Poi mi rifugio in un ristorante Indiano e mangio riso basmati bianco, spinaci, lentiche ed erbette, mi è sembrato il cibo più buono di sempre, pago tre dollari e torno verso l’hotel.

In hotel la connessione non funziona, necessitavo di due cose, un buon letto e una connessione decente, ora ho una camera gigante, inutile e senza una connessione.

Poi nel letto mi vengono un pò di paranoie, penso a come da Pellegrino posso stare in una camera così grande, ma ormai ci sono e cerco di riposare, l’unica cosa che mi conforta è che queste strutture che non fanno comunque parte di catene europee o americane come quelle che ci sono in Vietnam ( Sheraton o altro ) danno da lavorare a tanta gente, avendo due persone all’ingresso, due dietro al banco, tre facchini ecc… ma forse è solo una scusa per sentirmi meglio, comunque rientrava nel mio budget e ormai è tardi, cerco di dormire e di sognare qualcosa che ricordi il passato di questa terra, almeno il letto è comodo.

K

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