giovedì 27 gennaio 2011

Cerco di scrivere quello che non vorrei dimenticare...

Ma vado come al solito troppo veloce, per poter lasciare traccia scritta di tutto...

Ore dodici del ventisei gennaio duemilaundici
Ultimo giorno in Seam Reap, ho fato un giro per il mercato con in spalla tutti i miei bagagli, sono divisi nel mio zaino in modo da avere già ben presente le cose che voglio abbandonare durante il mio cammino, un lenzuolo, l'asciugamano, i due libri che ho finito di leggere, la Lonly planet del vietnam, quella della cambogia, un paio di scarpe e alcuni vestiti. Quando sono partito ho messo anche una copia di shiddartha nello zaino convinto che avrei trovato qualcuno a cui donarlo, è in italiano e ho deciso che lo regalerò al figlio di Antonio che ha quattordici anni, spero che apprezzerà come ho fatto io, quella lettura.
Inoltre appena trovo il posto giusto, lascerò la bandiera del Brasile comprata due anni fa sull'isola di Fernando de Noronha e la bandiera della pace che avevo in camera, voglio lasciarle in un templio, in segno di buona fortuna per me e per tutti quelli che potranno osservarla.

Ora che scrivo, mi sono seduto, solo,  in un ristorante indiano, i miei preferiti, un americano mi chiede dove sono diretto, gli racconto un pò del mio viaggio e lui mi racconta che insegna in korea e che ora sta tornando in america forse per una vacanza e ha deciso di fare un giro in questa zona prima di tornare, mi saluta dicendomi che forse ci riincontreremo a Batambang perché passa di li domani e mi augura una buona fortuna.

Come capita spesso mi sono scusato per il mio pessimo inglese e come tanti altri mi ha risposto di non preoccuparmi che sicuramente era meglio del suo italiano.

Mi ha chiamato Antonio ed è ora di partire, non riesco nemmeno a finire il mio Thali, chiedo il conto, quattro dollari, pago e mi carico per raggiungere il bus che ci porterà a Batambang, anche oggi non sono riuscito a raccontare delle serate passate a Seam Reap con Mappi e Lorenzo e Makara il nostro amico TukTuk, delle gare "clandestine" amichevoli, organizzate per divertimento nostro e degli increduli ragazzi cambogiani, abbiamo fatto una gara in Motorino, una in bicicletta e la più bella con i TukTuk, ma forse se non ho scritto è perché non serviva.

Nella serata della gara con i TukTuk avevamo tutti le nostre macchine foto in hotel ad eccezione della inseparabile Ixus che ho sempre nello zaino,bassa qualità ma si capisce cosa succede...


La gara non è stata una vera e propria sfida, io e massimo, dopo che i nostri amici cambogiani si sono fidati a prestarci ( senza soldi ) i loro tuktuk, noi abbiamo fatto un giro turistico e nell'ultimo tratto abbiamo simulato la gara per farli divertire un pò, poi abbiamo offerto da bere a tutti i soliti quattro litri di birra.

Io e massi abbiamo anche passato una nottata cambogiana con Makara il nostro amico tuktuk e suo fratello, ci ha portato in una discoteca frequentata solo da cambogiani, hiphop e delirio che mi ha ricordato quando avevo sedici anni e andavo in discoteca, poi via di li siamo andati in un locale notturno tipo autogrill, anche questo solo per local, i menù e il personale non parla nemmeno inglese, abbiamo mangiato qualche cosa, parlato con altri avventori ( con la traduzione della nostra guida ) e poi siamo andati a dormire felici di aver avuto la possibilità di vedere questi ambienti lontani dalle rotte dei turisti.

K

1 commento:

  1. Finalmente ho iniziato a leggere qualcosa del tuo blog, ovviamente ho iniziato da questo post e mi e piaciuto molto dato che ero con te e il solo rileggerlo mi fa pensare alla pazza serata che abbiamo trascorso insieme agli attoniti Cambogiani....bello
    Piano piano prometto che leggero tutto!

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