mercoledì 14 novembre 2018

Tutto ve bene

Come nel capitolo trenta delle previsioni del tempo di WuMing

Va tutto bene, sto passeggiando per le strade affollate del centro di Siem Reap, vacanza solitaria con l'incontro di qualche italiano, con la vista di molti pellegrini.

Come al solito si avvicinano un sacco di tuktuk che offrono i propri servizi, ma questa volta la voce che pronuncia la richiesta è diversa.

è una donna, riconosco la voce, si gela il sangue, penso a voce alta.VA TUTTO BENE.

il significato è quello delle previsioni del tempo, come l'inizio di una pioggia inaspettata, quando sei nel centro del nulla senza nemmeno un'ombrello, quando il problema non è la pioggia che ti bagnerà ma qualcosa di fragile che hai per le mani e che non resisterà in nessun modo a questo diluvio.
Continuo a camminare senza voltarmi e sento una risata, questa volta è maschile, e riconosco anche quella, seguita rapidamente da un'atra frase che mi gela nuovamente il sangue- è arrivato il tempo di agire, la grande resistenza sarà premiata per gli sforzi compiuti a favore di una perfetta operazione per dare una svolta concreta a quello che non riusciamo ad accettare perché contro alla natura stessa della vita.

Ho pronunciato io quelle parole 8 anni fa, quando ho visto l'ultima volta l'uomo che rideva alle mie spalle ora.

Senza aggiunegere nessuna parola mi fermo e salgo sul tuktuk, lei mi sorride, è felice di vedermi o meglio di farsi vedere, Sara è il mio angelo custode, mi segue da tre anni, e questo potrebbe diventare un problema, visto che noto un pò di gelosia nei suoi sguardi, non so come mai ma lo percepisco, dopotutto con lei non ho mai avuto segreti. La invito a esplicare il problema, le risponde secca - la vita sotto copertura implica a volte coinvolgimenti che non siamo in grado di controllare.-

Sorrido, so che ha ragione, inizio a pensare a cosa sta succedendo e comprendo che non dovrei nemmeno scrivere altro, non essendo necessario.

é sera e siamo arrivati da poco allo sheraton di bangkok, in 5 ore di viaggio abbiamo scambiato pochissime parole, dopotutto è stato come viaggiare verso il proprio funerale, come se la parte destra o sinistra del proprio corpo sia in procinto di essere amputata, l'unica osservazione che ho fatto è stata che ho deciso che renderò pèubblico quello che sta succedendo, Anna che da poco ci ha raggiunti mi guarda e commenta che è fuori dal regolamento.

Penso che odio i regolamenti, ma che forse è il caso di non dire nulla, visto che ho scritto personalmente quella normativa.

Penso, e decido. come al solito in un certo senso impongo, promettendo che è l'ultima forte imposizione.

Chiedo chi ha il regolamento, operativamente lo deve sempre tenere una persona del gruppo all'interno di una chiave crittografata, Marco che prima rideva, con la massima serietà estrae la penna da un microscopico astuccio che ha nella cucitura dei suoi boxer, io l'afferro con decisione e mi esprimo solennemente.

Ho scritto un progetto, ho esplicato ad un numero ridotto di persone un sogno e lo avete condiviso, insieme abbiamo fatto crescere questa edera che è stata in grado di infiltrarsi in ogni ambito della vita pubblica e soprattutto all'interno dei punti chiavi che ci servivano per raggiungere i nostri obbiettivi. un regolamento era necessario, ma soprattutto abbiamo sempre agito con il cuore, con l'anima.

Hacker di un sistema che non permette errori, e noi non ne abbiamo fatti.

Con rinnovata decisione, afferro i due lati della chiavetta, e come a strappare simbolicamente un foglio, la piego a metà per renderla inutilizzabile, davanti allo sguardo incredulo dei compagni di viaggio.

Chi è di competenza comunichi a tutti che le linee guida da me scritte da oggi non sono più valide, tutto ciò che accadrà da ora in poi dovra essere frutto dell'autodeterminazione del gruppo, fermo restando che a livello operativo ognuno deve manterenere i propri ruoli, ho deciso che renderò pubblico il progetto con un post sul mio blog, devo salutare la mia vecchia vita e lo farò con una pubblicazione automatica il 14 novembre alle ore 12. Ora andate a prepararvi, io devo scrivere e poi mi preparo anche io.

Trascrivo testuali parole che ho registrato per non trascriverle e renderle parte della mia confessione.

Accade ora che mi trovo nella camera d'albergo, è una suite e ho scelto il letto come luogo in cui scrivere.

Penso a come rendere tutto più semplice consapevole che già quanto spiegato fino ad ora non è semplice.

Scoppio a piangere.

Non potevo farlo prima, devo mantenere la mia posizione di leader del gruppo.

Prendo i manuali operativi, studio le prossime mosse per poterle comprendere meglio e in seguito riassumerle in questo post-posticipato.

La "Realtà" ora è "Verità"

Da piccolo ho sempre sognato di essere un sovversivo, di trovare il modo di far crollare il sistema in favore di un sistema diverso, ma soprattutto mi chiedevo in continuazione perché un numero così esiguo di persone aveva la meglio su numeri infiniti di esseri umani.

Soprattutto crescendo, e studiando la problematica diventava sempre più complessa.

Fino a quando ho conosciuto Marcus, il suo nome in codice mi incuriosì, era notte fonda e come al solito vagavo per la rete studiando fino a destrutturare ogni parte di quello che mi interessava: aspetti della società umana, evoluzione del complesso sistema di dominio delle popolazioni mondiali, tecnologia militare e soprattutto la rete.

Quella notte stavo lavorando ad una traccia trovata sull'esistenza di una sottorete usata in precedenza dal governo americano e rimasta in piedi in memoria della sua evoluzione in Internet, c'era una chat che aveva un sistema complesso di crittografia ma non so perché fu per me elementare entrare e risolvere il problema installando un bypass direttamente sul server che gestiva gli scambi di comunicazione, ma il gioco non era ancora fatto, avevo bisogno di capire di cosa si parlava in quella chat e per il solo gusto di scoprirlo ho iniziato a leggere nel file di log.
Esisteva un sistema di protezione che cancellava ogni traccia ogni 4 secondi, quindi dovevo agire in fretta, leggere velocemente, ma i testi scorrevano sempre più veloci ed in inglese, comprendevo solo alcuni concetti che mi resero chiaro che si stava parlando in un qualche codice a me sconosciuto.

Tutto diventava sempre più interessante, presi una telecamera e la posizionai difronte all schermo dove scorrevano i testi del file di log, inizia a registrare e preso dall emozione di scopreire un segreto fermai il nastro solo a pochi secondi dalla fine.

Ci vollero tre mesi per trascrivere e tradurre il testo e cinque mesi per comprendere di cosa si parlava. si ipotizzava la costruzione di una rete di hacker che cooperasse senza conoscersi per rendere sicura la rete, con un sistema a più livello e un doppio sistema di autocontrollo, la cosa era affascinante, ma soprattutto mi colpirono due cose. Marcus aveva lasciato troppe tracce ed io intuii dove lui si trovava ora, ed ero sicuro di trovarlo ancora li anche se erano passati 8 mesi da quella conversazione.

Dovevo raggiungerlo almeno per capire se era uno scherzo, e se era realtà avrtire di stare più attento perché io, un semplice hacker autodidatta ero riuscito in meno di un anno a comprendere quello che stava progettando.

Dopo quattro ore ero nel posto giusto, sulla porta c'è una M fatta di piccoli cip conficcati nel legno, tutto sembra essere di un'epoca passata e anche l'odore ricorda una cantina.
Suono il campanello…. aspetto… una voce chiede chi è, rispondo che sono un venditore di programmi software autoprodotti, in breve tempo si apre la porta e mi trovo davanti una donna di una certa età, minuta ma al contempo graziosa, sembra che sia ferma nel tempo, vestita con colori chiari, quasi una sfumatura dalla testa ai piedi. Mi osserva, sorride, e mi chiede perché penso che una coppia di vecchi scrittori abbiano bisogno di un software.

Gli occhi di Maggie splendevano e io mi persi nella bontà che quella donna emanava.

Dopo un minuto di silenzio ho ammesso: sono qui per Marcus e ho bisogno di parlare con lui, adesso.
Mentre parlavo immaginavo che mi avrebbe presentato il figlio smanettone chiuso nella sua camera da letto, o che mi avrebbe chiuso la porta in faccia, senza darmi nessuna possibilità di replica.
Lei ha sorriso, poi con un gesto mi ha invitato ad entrare e a sedermi su una delle poltrone del salotto, l'unica non coperta da un telo, tutto sembrava essere coperto come in una casa abbandonata e la spessa crosta di polvere sembrava avvalorare questa tesi.
Dopo poco arriva magie con una tazza di the, mi sorride ma non dice nulla, ho paura di essere arrivato tardi, questa è stata la sensazione successiva, come in un film nella mia testa ho visto un'arresto, un suicidio e i miei occhi dimostravano le mie perplessità.

Maggie si alza e fa il giro della poltrona, cammina con estrema fragilità e con calore materno mi appoggia una mano sulla spalla e si esprime: Mai mi sarei aspettata che qualcuno credesse in lui, ma tu sei qui per quello, non ti deluderà anche se il tempo non è dalla nostra parte. il giorno a lui non piace, non si sveglia mai prima delle otto di sera, ma ho sentito un rumore e secondo me lui sa che tu sei qui.

Tutto stava prendendo una mistica piega che non mi sembrava vera, tutto sembrava un film e vista l'eta, mi appariva in bianco e nero, mentre vagavo nei miei pensieri magie che si era allontanata dalla stanza mi invita a seguirla per affrontare un momento che non avrei mai voluto avesse un risvolto di quel genere.

Entro nella stanza e c'è un grande computer, non mi sembra una cosa che possa funzionare perché sembra un cimelio di guerra, dietro a quattro tastiere aperte e semisovrapposte come un mazzo di carte c'era una sedia a rotelle e sopra un vecchio uomo con la barba lunga e i capelli lunghi, ho avuto come l'impressione che erano anni che sedeva su quella sedia e forse non mi sbagliavo.Cercavo di osservare ogni cosa senza fammi notare, ma la curiosità era infinita e io non riuscivo a trattenermi, fino a quando mi sono accorto che Marcus non aveva le gambe e che i suoi occhiali erano spessi come fondi di bottiglia.

Il momento è stato lunghissimo per la difficoltà con cui esprimeva le parole, lentamente ed intenso, ha parlato così :

Io non ti aspettavo, non so chi sei, cosa vuoi, chi ti ha mandato.

Io sono vecchio e ho resistito fino ad oggi, fino ad ora.

Ma il mio tempo è finito e il mio segreto non può seguirmi, ti affido un seme, puro e fertile che ha bisogno di tanta passione per svilupparsi, prenditi cura di lui…

Mi ha avvicinato un dischetto ed ha aggiunto… se sei qui, sai come leggere quello che è scritto qui dentro.

Quelle sono state le ultime parole di Marcus.

Maggie mi ha preso per mano, mi ha chiesto di non essere triste, che lei presto lo avrebbe raggiunto e che io mi dovevo dimenticare di loro fino a che quel seme sarebbe stato albero.

Così voglio ricordare, l'inizio della mia storia.

mercoledì 3 agosto 2011


Archivio qui questa immagine, ha aperto per questa prima parte del 2011 il blog, che ora cambia un pò, vorrei provare a raccontare anche un pellegrinaggio in mezzo al mondo che vivo quotidianamente, solo in attesa, della prossima partenza, magari cercare anche di condividere i miei futuri obbiettivi per trovare altre persone che vogliano incamminarsi con me, al di la di quello che ci è dato osservare...

Spegnete la televisione, camminate molto, fate domande scomode, guardate negli occhi chi non vi convince e pretendete pace e giustizia dove non c'è....

La creatività è uno stile di vita, l'instabilità è una circostanza che si abbatte su chi non è omolgato.

Da quando è morto Navaio, ogni mattina penso che questo non è il mondo che vorrei. 

Ogni mattina....

Tornate a trovarmi, commentate i post ogni qual volta sentiate di avere qualche cosa da dire, che mi dia torto o ragione....

Saluti.... 

K

mercoledì 9 febbraio 2011

Appunti di viaggio ZEROUNO : Buddismo in Thailandia

Il buddismo e il mio punto di vista. 

Questa mattina nove febbraio duemilaundici, mi sono svegliato relativamente presto e ho iniziato, dopo la solita contrattazione con un tuktuk, un giro per visitare i templi di Bangkok city, si parte da un tempio dove risiede una statua gigante del budda in piedi, tutta d'oro, raggiungo il luogo , scendo, compro due bottiglie di acqua, ne offro una al mio driver e mi incammino all'interno del tempio, scatto qualche foto e cerco di tenere a bada i miei pensieri, ma si agitano e riemergono altre immagini scattate e ragionamenti simili già fatti in questo pellegrinaggio, osservo i dettagli di pregio del tempio e mi chiedo chi paga tutto questo, vedo tanti turisti e devoti che lasciano offerte e mi domando se sia il caso di utilizzare tutti questi soldi solo per le strutture, per le apparenze. 

Mi torna in mente un discorso affrontanto con Antonio che mi poneva come esempio la fedeltà al buddismo del popolo cambogiano che è molto superstizioso, che fa donazioni per accaparrarsi le grazie delle divinità in ogni occasione importante, e penso che questo sia volontà personale e non lo contesto. 

Penso al tempio bianco di Chiang Rai ( Thailandia ) , che sembra o lo è veramente, costruito solo per i turisti… 



Penso alla strumentalizzazione di questa cultura e trovo troppe similitudini con la chiesa che ho sempre combattuto, quella delle sovrastrutture, delle chiese addobbate, degli sprechi del vaticano, della distanza tra le parole di carità e le azioni. 

Ragiono e forse è semplicemente qualcosa di simile ad una azione di marketing, motivata dai risultati ? motivata da…? 

Sono confuso…. mi passano davanti agli occhi le immagini di tutti i monaci con cellulare che ho incontrato e penso, va bè questa è l'evoluzione dell'uomo, ripenso al monaco che ho visto in una fermata del bus, stava fumando una sigaretta, inizio a temere che qualche cosa non và, questo è un vizio, una cosa che non sta nella retta azione e non sposa il concetto del retto sforzo, cerco di trovare una risposta e ripasso il nobile ottuplice sentiero, una delle basi del buddismo. 

Retta visione 

Retta intenzione 

Retta parola 

Retta azione 

Retta sussistenza 

Retto sforzo 

Retta presenza mentale 

Retta concentrazione 

Penso ad una pecora nera e non più arancione, io che mi avvicino ora all'unica dottrina in cui posso credere, mi chiedo allora chi sono i Monaci buddisti se non degli esempi, dei maestri… perso nel troppo pensare sento una campana che suona, vedo la gente che si avvicina ad una tavola dove siedono i monaci, e gli portano da mangiare, sembrano comportarsi da santi, ma il mio occhio è sempre assetato di curiosità come il mio obbiettivo, scorgo i piatti e contengono carne e pesce, mi si agita l'intestino, si contorce come se da li che cerco una risposta alle mie domande credo che tutte le domande abbiano una risposta, decido di iniziare a fare le domande a loro, mi rivolgo ad un devoto che mi indica la stanza del monaco superiore o qualche cosa del genere, mi avvicino e da quella stanza esce un monaco che non sa cosa voglia dire digiunare viste le sue dimensioni, non mi degna di uno sguardo, prosegue verso la tavola imbandita parlando con il suo Iphone Quattro in una custodia in radica… 

Rimango in silenzio, cerco di scattare qualche foto ma sembra che i miei occhi quasi non vogliano vedere, crolla un castello arancione e diventa sabbia sporca… si avvicina un tipo sulla quarantina, mi chiede se va tutto bene, gli rispondo che penso proprio che qualche cosa non va bene, gli chiedo se i monaci vivono di elemosine, la prendo larga, lui sorride e risponde di si, io esplodo e gli chiedo se è giusto compare un iphone con i soldi delle elemosine, comprende che non sono li ad aumentare il conto della cassa, ma sorride e mi dice che ognuno fa quello che vuole. 

Sospiro, respira kucciolo, respira…. 















Seconda domanda, lui è preparato, io mi esprimo senza nessun filtro, estremo, assolutamente estremo, lo so sbaglio, cerco di lavorarci, ma soprattutto quando sono incazzato, viaggio alto, aggressivo, senza caricare ma esprimendo semplicemente i miei pensieri senza elaborarne una versione light 

Io penso che quello che c'è in quel piatto, per il buddismo, potrebbe essere la rinascita di un suo parente, quello che sta per mangiare era un'essere senziente che ha perso la vita che mai bisognerebbe minare... voi non credete al Dharmacakra ? 

Lui sorride e mi dice che ci credono ma che in thailandia mangiano la carne, che non dappertutto è uguale. 

Comprendo un sacco di cose in pochi minuti, comprendo che a volte proveniendo da una alimentazione a base di carne non si possa radicalmente cambiare, il corpo ne risentirebbe, comprendo che sia difficile essere vegetariani in occidente, ma nei monasteri e soprattutto in oriente questo non riesco a metabolizzarlo come concetto che scusi l'uccisione di esseri viventi in grado di provare dolore, sento pesante ogni addobbo di questo e di tutti i templi che ho visitato, sono infastidito dal colore arancione che ho sempre adorato e rispettato.

Saluto, mi congedo, cerco di salutare con il massimo rispetto la persona che mi ha dato le risposte che non mi aspettavo, ma che mi hanno leggermente aperto gli occhi, restituisco l'inchino e faccio il giro della tavola, scatto qualche foto come si fa allo zoo, con delle bestie strane, loro ridono, si fanno aprire l'acqua da donne che credono in loro, si abbuffano e distruggono un'immagine che credevo pura ma che forse è semplicemente la copia di quello che la chiesa fa in occidente, un'altra struttura che mangia alle spalle di chi veramente ci crede.

Rispetto infinitamente con tutto il cuore chiunque ha una credenza religiosa, ma non chi si approfitta di questo.

Comprendo allora che, soprattutto in questi paesi, sia meglio studiare, vestirsi di arancione e mangiare gratis, piuttosto che vivere di stenti.

Siddartha non ha insegnato questo, nonostante abbia passato tutti gli stati dagli eccessi alle privazioni estreme, poi ha insegnato che la via mediana è la retta via.

Era un pò di tempo che camminando cercavo questa risposta, non voglio colpevolizzare tutti, ma tutti quelli che ho visto nei luoghi toccati dal passaggio di turisti e pellegrini, sono corrotti. La peggiore delle corruzioni, quella che permette all'anima di approfittare della credenza di altri per riempire la pancia. 

Rinnovo la mia convinzione nella piena credenza che la filosofia Buddista si quella che più approvo, che le quattro nobili verità rivelate pronunciate, secondo la leggenda, da Siddhartha Gautama, siano una buona posizione per affrontare la vita e soprattutto il tentativo di aderire al Nobile Ottuplice Sentiero, rimangono pratiche molto rispettabili che possono portare ad una umanità rispettosa e democratica. 

Al contempo rinnovo la mia contrarietà alle strutture che promuovono e concentrano i credi religiosi in luoghi fisici sotto il potere di uomini, ripenso a San Tommaso, diceva di aver sentito parlare Gesù che gli disse, alza una pietra e io sarò li, spezza un pezzo di legno e io sarò li, e secondo la mia interpretazione mi sembra che il buddismo voleva dire, guarda dentro di te ed io sarò li, ognuno porta con se la divinità e solo l'accettazione la concentrazione nel rispetto degli altri può portare ad un bene per se stessi ad al risveglio del signore/buddha o quale altro nome gli si voglia dare, dentro di noi. 

Ho vomitato in questo testo quello che mi ha reso ancora più scettico su un mondo corrotto, pellegrino alla ricerca di nuovi semi per una nuova umanità, comprendere quale è la strada per aiutare a tenerla pulita e percorrerla con chi condivide la necessità di una rinascita. 

Concludo con una frase del buon Masu che mi rimbalza a volte in testa quando penso che è necessaria una resistenza a queste corruzioni attendendo una soluzione o una strada da percorrere che sia convincente : "più che resistere bisognerebbe insorgere, magari prima risorgere" 

Ultimo scatto all'interno dell'ultimo tempio.

Salgo sul tuktuk e chiedo se mi può portare in un orfanotrofio, se ne conosce qualc'uno, ma in realtà non comprende nemmeno quello che gli dico, mi continua a ripetere se posso entrare in un negozio di vestiti anche se non voglio comprare nulla, perchè così a lui gli regalano un ticket per fare benzina, dico di si perchè sono stanco e non ho voglia di discutere, arriviamo nel posto ed è una immensa boutique di sarti indiani, entro e mi propongono un completo in cashmire a quattromila bat, circa cento euro, sarebbe bello, fatto su misura, ma non vorrei spendere altri soldi, cerco di divincolarmi mentre cerco anche di comprendere se lo voglio o no, dico che alle sedici ho il bus per l'aeroporto, mi dice che il tempo è poco, sorrido, ringrazio e saluto.

Fuori c'è anche un taxi e un ragazzo thilandese che parla inglese a cui chiedo dell'orfanotrofio, mi dice che sa dov'è un  grande centro che si occupa di bambine vittime di abusi e abbandonate, mentre parlo con loro vedo il tuktuk che era con me che va via, non mi rimane che prendere il taxi e dirigermi verso l'orfanotrofio, preferisco osservare e dedicare il mio ultimo tempo in Bangkok al motivo per cui sono pellegrino, i bambini e il futuro.

Arriviamo al centro, è immenso, mi reco nella sala ricettiva dove mi viene incontro una ragazza che mi accompagna alla sua scrivania, racconto il mio percorso, faccio vedere delle foto fatte in altri orfanotrofi, lei mi chiede di attendere e ritorna con la direttrice, mi spiegano molto gentilmente che è una struttura governativa e che ci vuole una serie di permessi, chiedo se almeno posso visitare il progetto senza fare foto, mi dicono di si, ma poi mi portano in una stanza piena di fotografie, guardo un pò, mi sembra un'altra isola pacifica dove bambini e persone con difficolta possono approdare, sorrido, il mio cuore ha preso un'altra boccata di vita, continuo a credere nell'umanità, alzo lo sguardo e la direttrice ha un gran sorriso, mi saluta e mi lascia con la ragazza che mi ha accolto all'ingresso, chiedo le ultime informazioni e mi lascia anche il suo indirizzo email per eventualmente chiedere un permesso per l'anno prossimo, sembra anche lei una anima buona. Mi inchino, ringrazio, saluto e torno al mio taxi.


Oggi non è stata una giornata facile e mi aspetta un lungo viaggio.

A presto

K

Volando da Bangkok a Doha

Sono le ventidue e cinquanta del nove febbraio duemilaundici ( ora locale di Bangkok )

Mi trovo a novemilasettecentoquarantasette metri da terra e sto sorvolando l'india, la temperatura fuori dal finestrino è di meno trentacinque gradi, ma qui si sta bene, ho appena finito di mangiare e per fortuna sono riuscito a farmi preparare da terra un menù vegetariano, confezionato, stile mono porzione indiano, ma vegetariano, mi sono bevuto anche due lattine di Haineken e ho visto un film, 127 ore, la vera storia di un alpinista americano che rimane incastrato in una scalata in un canyon per appunto centoventisette ore, poi si salva amputandosi un braccio, tutto abbastanza crudo e straziante.

Una cosa che mi ha colpito nel film, nella quale ho trovato una similitudine , in una scena una ragazza da lui respinta perché diversi, gli dice che rimarrà da solo, lui costruisce un viaggio mentale per dare ragione alla teoria della fidanzata e si rassegna alla sua fine, io ho vissuto gli stessi stati d'animo, anche perché penso che me lo abbia detto più di una, se non ricordo male però a me mi hanno sempre detto, rimarrai solo tu e i tuoi cani, che per me è un complimento.

Comunque lui si salva, perché non molla, come non mollerò io, Mai, si fidanza con una ragazza che ha conosciuto, con cui fa un figlio, cosa che lui non aveva mai immaginato e vive una vita felice, senza un braccio continua ad arrampicare, senza mollare nemmeno un briciolo della sua passione.



Ho risentito la canzone di vasco che mi sembra precisa per il precedente discorso e per il mio stato attuale e mi sono perso un pò nel discorso...

Il sistema di intrattenimento della compagnia con cui sto volando è molto sofisticato, ho visto il film, controllato i dati di volo, ti aggiorna su cosa stai sorvolando dandoti informazioni e facendoti vedere immagini, come al solito, spinto al massimo della mia curiosità ho anche infilato la carta di credito ed inviato un sms ad una amica a terra, ora ho fatto partire una play list musicale che mi sono rapidamente creato, non manca nulla, nel posto dove siedo c'è anche presa usb per caricare l'ipod o simil e la presa per collegare la corrente del portatile.

Nonostante mi sembrava una posizione scomoda, ci sto prendemmo gusto a scrivere, gambe incrociate sul sedile, una posizione simile a quella del loto, schienale abbassato e cuscino dietro al collo, luce soffusa e musica, ottimo ambiente per il luogo dove mi trovo, o sono io che mi adatto… non so.

Vorrei ripercorrere alcuni dei momenti della giornata di oggi, una aspra riflessione mi ha attraversato, la pubblico in un post differente perché rimanga consultabile separatamente.

Volo verso casa...

Pubblico il post dall'aeroporto di Doha.

Bangkok By Night

Bangkok : Ore Diciannove e ventitré minuti dell' otto febbraio duemilaundici 

Mi preparo per l'ultima notte del pellegrinaggio Kreativo in oriente, dopo vari passaggi tra orfani, scuole, poveri e amici Cambogiani/Vietnamiti e Thailandesi questa notte voglio osservare un pò la nightlife di Bangkok, naturalmente dal mio personale punto di vista. 

Penso che in ogni caso Bangkok essendo una capitale ed una città molto grande con un alto tasso di povertà, nasconde sicuramente un gran numero di pericoli per chi gira da solo con attrezzatura al seguito, decido quindi di fare un primo giro di ricognizione "armato" solo di una fotocamera compatta, tratto con il primo tuktuk e mi faccio portare in un tour in giro per la città. 

Bangkok è molto grande, penso che sia come Londra, e devo scegliere cosa vedere, opto per i quartieri cinese, arabo ed indiano, inizia un viaggio spericolato nel caotico traffico della city, onestamente a tratti spaventoso per la strana sensazione di viaggiare dal lato opposto della carreggiata ( qui si guida a sinistra ) e per la caotica ma apparentemente precisa guida dai thailandesi, incontriamo anche un incidente tra due tuktuk, per terrà una grossa macchia, intuisco che non è sangue dalle dimensioni, ma comunque qualcuno si è fatto male, chiedo al mio driver di andare più piano, rallenta, si ferma al semaforo e riparte più veloce di prima. 

Il quartiere cinese lo attraversiamo abbastanza rapidamente, colori, bancarelle a bordo strada, come in tutta la città, ma con un'enorme concentrazione di negozi strapieni di cose, passando con il tuktuk e armato solo della compatta evito anche il minimo tentativo di fermare immagini, mi accontento di osservare, e fare tesoro di questa enorme varietà di colori. 

Il quartiere indiano e arabo sono attaccati, ( definiti da me così per la maggiore presenza di indiani e arabi ) qui si moltiplicano a vista d'occhio ristoranti kebab, donne con il burcka e personaggi con la barba lunga e il copricapo arabo di cui ora non ricordo il nome, qui il tuktuk mi invita a scendere e io inizio a camminare nella folla, i sapori dei ristoranti si fondono e sono sempre più spezziati, l'ambiente mi fa sembrare di aver cambiato città, qui tutto sembra diverso dalla Thailandia di Khaosan Road, proseguo e mi imbatto nei primi gogo bar, voglio osservare da vicino la situazione del turismo sessuale, vorrei comprendere se è come descritto in occidente. 

I gogo bar sono locali dove ci sono un sacco di ragazze sedute che attendono clienti, si fanno offrire da bere e poi vanno via con loro, evito di sedermi per non dover poi trovare modo di sfuggire ma osservo da lontano, e non è difficile comprendere come si comportano gli avventori, i tavoli dei locali successivi sono quasi tutti pieni di coppie, lui bianco ( europeo/australiano/ americano) e lei thailandese, anche per la strada si vedono grossi uomini di una certa età accompagnati da giovani ragazze che si avviano non so dove. 

Cerco di comprendere e inizio a fare due chiacchiere con il popolo che più mi si avvicina, un indiano, mi descrive la situazione come normale non diversa dalla descrizione di mole altre persone che ho incontrato e anche di alcuni siti che descrivevano la condizione di queste ragazze, tutti dicono che le ragazze lo fanno per potersi divertire la sera, non avendo soldi usano questo metodo e così riescono a mandare anche i soldi a casa alla famiglie che vivono fuori dalle città, ma purtroppo io non sono convinto, saluto l'indiano e mi incammino in un Soi ( vicoli ) senza tirar fuori la macchina fotografica perché non mi sembra il caso, qui turisti e "lavoratori" non penso amino essere ripresi, durante la passeggiata incontro varie coppie, osservando gli occhi delle ragazze comprendo la tristezza di questa situazione. 

Penso di aver visto abbastanza, e mi manca la mia macchina fotografica, contratto con un motoboy per il ritorno in Khaosan Road e si parte ad una velocità spropositata, penso che questo abbia anche bevuto un pò, lo richiamo alla sicurezza, lui ride e per fortuna questa volta rallenta e inizia ( credo ) a spiegarmi le cose che attraversiamo parlando in Thailandese. 

Arrivato in hotel prendo la macchina fotografica, mi cambio la maglietta e metto a scaricare la scheda della compatta con cui ho girato un video a bordo del tuktuk nel viaggio di andata, mi rendo conto che sono le ventitré e che non ho ancora mangiato, prendo la carta di credito avendo finito i soldi e vado a mangiarmi un miniThali veg visto l'orario. 

MINITALI

Arrivato al ristorante indiano incontro il proprietario ( poi scopro che in realtà è il fratello piccolo ) ordino il mio piatto e due birre, una per me e una per lui, in poco tempo arrivano anche suoi amici che si siedono con noi, beviamo la birra, si ride e si scherza, capisco poco quindi rido di più :-) … 

Mentre mi appresto a finire con gusto il mio vassoio di pietanze l'amico a cui ho offerto la birre mi offre una strana sostanza, mi dice che arriva dal suo paese ed è strong, è da mangiare, forse è oppio… io cerco di spiegare a lui che non mi drogo e soprattutto che in una città così serve essere lucidi, poi vista la sua insistenza spiego che non ho soldi e lui mi dice che non è un problema e mi infila in tasca una busta con due palline al suo interno dicendomi che per me era solo cinquecentobat. 
La situazione si complica, ma per fortuna non avendo ancora prelevato estraggo il portafoglio e gli faccio vedere che non ho soldi, ci sono solo duecentobat per pagare birre e tali e cento che devo tenere per la colazione, lui dice che non è un problema, gli riconsegno la busta, con molta cautela per non farci vedere e mi allontano salutando con cortesia, domani cambio ristorante indiano. 

Ora la pancia è piena, mi avvicino ad un ATM e prelevo tremilabat per serata, bus aeroporto di domani e qualche regalo da portare a casa. 

Macchina alla mano inizio a scattare foto, conosco due ragazzi austraiani, quattro norvegesi, le ragazze del barettino dove compro le birre che si divertono a farsi fotografare con il cartello in mano e passeggio avanti ed indietro per Khaosan road, penso che sia il caso di limitarmi a raccontare questa parte di città in questo viaggio, mi sposto di alcune vie ma senza cambiare quartiere, qui è pieno di turisti di ogni nazione, l'atmosfera è di festa ovunque, ogni bar ha musica con dj o live e nei ristoranti tutti mangiano felicemente, anche nelle bancarelle dove vendono scarafaggi, lombrichi, scorpioni ed altre proteine fritte mangiano felicemente. 

Anche qui si notano coppie miste Thai con europei/americani/australliani ecc.. e qui forse è applicabile il concetto di divertimento cercato dalle ragazze con i turisti, le ragazze hanno più o meno la stessa eta dei ragazzi, tutti sorridono, bevono e poi faranno altro, ma mi sembra che qui ci sia molto più rispetto e una consapevolezza maggiore. 

Ad un certo punto, nel mio passeggiare costante e nel trovare persone con cui scambiare saluti e brindisi vedo un cerchio di persone, al centro un gruppo di ballerini di breakdance che si esibiscono sull'asfalto, mi siedo per terra e giro il primo video, mi alzo metto centobat nel loro cappello delle offerte e mi risiedo di fronte per riprendere da un'altra angolazione, tutti si divertono questa è la Bangkok che mi piace e che mi mancherà. 


Più si fa tarda la serata e più le persone cambiano, verso le tre di notte sono sparite completamente le famiglie e le bancarelle sono diminuite drasticamente, alcuni dei venditori ambulanti hanno estratto una o due casse da dove sparano ad alto musica piacevole ed in altre situazioni si sono messi a suonare con chitarre e percussioni, l'ambiente sembra comunque molto sicuro, l'unica presenza un pò inquietante sono i ladyboy ( travestiti o operati, ex uomini ) che si avvinghiano ai passanti, ma forse hanno sbagliato quartiere perché sembra che la maggior parte delle persone se ne discostano molto rapidamente, io che sono passato avanti ed indietro più volte con la macchina foto devo essere un pò odiato perchè mi guardano male.

Lultima parte della nottata la passo con i ragazzi australiani ai quali offro una birra e chiacchierando con le amiche del cartello, ogni tanto scatto una foto o faccio un video, tutto sembra tranquillissimo fino a quando mi si avvicina una ragazza Israeliana quasi in lacrime, farfuglia cose che non comprendo e all'inizio mi sembra che dice che non vuole essere nel video, indicando in continuazione la macchina fotografica, gli dico che non è un problema e sto per cancellare l'ultimo filmato, quando prendendo fiato inizia a parlare un pò meglio, attendo che spieghi tutto e cerco di farla calmare, mi spiega che hanno rubato la borsa alla sua amica con tutti i soldi ma soprattutto il passaporto, gli faccio vedere i video che ho girato, anche se naturalmente è quasi impossibile che io abbia ripreso proprio quella scena.

L'ambiente era di festa ma purtroppo ovunque ci sono persone pericolose, soprattutto se si sottovalutà troppo la situazione e si balla con la borsetta dietro di notte a Bangkok.


Non trova nulla di interessante nel video,  ci raggiungono le sue amiche, sono abbastanza disperate e mi metto a cercare con loro il passaporto e la borsa nella speranza che il ladro abbia preso i soldi e buttato il resto, mi trattengo dal dire che forse qui sono interessati anche al passaporto ed insisto perché facciano la denuncia alla polizia, poi le saluto e mi avvio verso il mio hotel, ultime foto, ultimo video e poi vado in camera, dove trovo mia mamma su skype, faccio due chiacchiere con lei, la rassicuro sul fatto che a breve ci vediamo, gli mando un bacio e svengo nel letto.

Qui alcuni scatti della nottata.










lunedì 7 febbraio 2011

A Bangkok

Ore dodici e cinquantuno minuti

Sono da poco arrivato a Bangkok da Chiang Rai in aereo, arrivato al Rikka In Hotel, mi hanno chiesto una cauzione di 1000 bar che mi ridavano al ceckout, ma io poi che cosa me ne faccio di 1000 bar che devo partire, cerco di comprendere come svincolarmi dalla situazione ma sembra impossibile, quindi prendo e me ne vado in un'altro hotel, ne visito uno abbastanza scarso, ma il secondo mi convince, 500 Bat ( Undici euro ) per una doppia, internet ree, e swiming pool, prendo la camera e vado a mangiare, sono affamato ma punto come al solito un ristorante indiano che per centottanta bar mi serve un ottimo tali veg. 

Ora mi faccio un giro per Khaosan Road la via più rinomata di Bangkok dove farò un pò di acquisti, qui vendono di tutto, magliette, bracciali, occhiali, tatuaggi, patenti di guida, tesseri falsi di FBI, giornalisti, e qualsiasi altra cosa voi desideriate. Poi bagno in piscina e mi preparo per una serata solitaria in Bangkok.

Durante il viaggio di ritorno tra i vari voli e scali scriverò qualche cosa dagli appunti di tutto quello che non ho descritto.

Soprattutto della prima parte, che non ho descritto perché la situazione sentimentale mi aveva portato a pensare come ad una squadra, e non volevo sovrappormi ad altri pensieri, ora viaggio solo, leggero, e più veloce e posso liberamente esprimere quello che vivo.

K

Primi casuali scatti in Bangkok









domenica 6 febbraio 2011

Trekking nella foresta a Chiang Mai ( Thailandia )

Ore diciotto e quarantotto del quattro febbraio duemilaundici

Ho appena fatto una doccia per cercare di riprendermi un pò dalla giornata, serena ma stancante.

Sveglia alle sette e partenza alle otto, arrivati al primo villaggio abbiamo iniziato a camminare e la passeggiata si è fatta a volte un pò faticosa nella foresta, il tutto con una simpatica compagnia di amici multinazionali di varie età, anche se a dire il vero abbiamo socializzato solo con due, Ruggero, ragazzo salentino e Marco di Verona, per il resto li ho fatti divertire un pò a volte prendendo il posto della guida.

Siamo arrivati in alcune piccole cascate io ho fatto il bagno con Ruggero, l'acqua era fredda e ci hanno seguito solo una ragazza russa e due ragazzi nordici, durante la sosta abbiamo mangiato il pranzo al sacco preparato dalle guide, riso incartato in foglie di banano e per me che avevo specificato che sono vegetariano, involtini con verdure per gli altri pollo.

Finita la sosta abbiamo ripreso il cammino, purtroppo avendo scelto al risparmio una guida di gruppo a volte ci si doveva fermare per aspettare le persone che rimanevano indietro, fino al momento della discesa, li il sentiero anche se nella foresta,  sembrava abbastanza logico e quindi ho più volte iniziato una corsa in discesa solitaria, per rimanere da solo con la foresta, ottime sensazioni, la prossima volta voglio girare solo, massimo in due, ma senza l'obbligo di attendere qualcuno.

Naturalmente quando i bivi erano molto dubbiosi attendevo che il resto del gruppo si avvicinava, sceglievo una via e controllavo che era quella giusta, poi iniziavo di nuovo a correre...

Nonostante all'inizio sembrava molto scarsa come gita, i panorami e i luoghi che abbiamo attraversato non erano male, abbiamo anche attraversato qualche villaggio ma purtroppo senza poter approfondire nulla della vita in quei luoghi.

Il ritorno sul furgoncino è stato difficile perchè scomodo e io mi volevo addormentare.

Lascio il resto del racconto alle immagini.

K

Ps: Durante questa escursione non avendo voglia di scattare con la reflex, ho usato la compatta Canon Ixus

 

La Guida affila il coltello sulla roccia 
Il gruppo durante la sosta 
Uno dei tanti cani che popolano questa foresta e i villaggi circostanti
Elefante mio coetaneo




K, Mappi e Lorenz


Piantagione di cavolfiori


giovedì 3 febbraio 2011

Mi spaventa da qui guardare ad Occidente.

Ma dopo la paura iniziale torna la forza...

Sono le sedici e cinquanta minuti del tre febbraio duemilaundici

Ieri sera siamo usciti per festeggiare il capodanno cinese e dare il benvenuto all'anno del Gatto, anche se poi abbiamo scoperto che a differenza nostra qui non festeggiano allo scoccare della mezzanotte, comunque abbiamo fatto un giro per China Town tra le bancarelle e ho comprato alcune magliette e fatto qualche video, nella passeggiata ci siamo divertiti a giocare con un telefono finto, quelli che espongono i negozi dei  cellulari che sembrano veri, lo offrivo a turisti o commercianti per dieci bat ( trentacentesimi di euro) molti accettavano, oppure lo barattavo con oggetti nelle bancarelle, felici di aver fatto l'affare intascavano il telefono, poi noi attendevamo che scoprisserò che era finto, abbiamo fatto grosse risate, ridavamo i soldi e riprendevamo il giocattolo.

All'interno di un supermarket lo abbiamo barattato con una bottiglia di birra da quarantacique bat, la commessa felice di averci "fregato" e di essere in vantaggio si è subito allontanata con il telefono, poi quando si è accorta che era finto lo ha tirato dietro a mappi, riprendendosi la bottiglia di birra, che strana la razza umana, fino a quando era convinta di aver sopraffatto il prossimo era felice, quando ha capito che era stata beffata lei, nonostante noi siamo rimasti li, con altri turisti ad osservare la scena, si è subito innervosità e ha voluto compiere un gesto violento.

Violenza e sopraffazione, contro divertimento e pace.

Per fortuna è stato l'unico caso, tutti gli altri si sono molto divertiti.

Dopo abbiamo conosciuto alcuni ragazzi italiani e una ragazza spagnola, non ricordo nessun nome, siamo andati insieme al locale di un ragazzo Belga che ho conosciuto il primo giorno e li abbiamo finito la serata, rientrando alle due circa in hotel.

Al mio rientro c'è stato un catastrofico contatto con l'occidente, rendendomi conto di come è corrotto, di come io al suo interno sia corrotto, di come sia facile trovare nelle persone volti nuovi da una certa distanza, nella leggerezza presa unilateralmente, senza equilibrio.
La notte è stata un delirio di telefonate e mail che hanno attraversato il globo, infinite e senza soluzione conversazioni su skype. Solo una persona che ho sentito verso mattina, mi ha dato un pò di serenità, mi ha suggerito di chiudere i ponti e di finire il mio pellegrinaggio senza dare peso a nulla, e attendendo il rientro per sistemare dove possibile le cose.

Mi sono addormentato alle sette circa della mattina...

Al risveglio ho voluto stare un pò da solo, senza parlare con nessuno, sono andato a lavarmi i vestiti in una lavanderia a gettoni e poi a mangiare in un ristorante Indiano, poi ho cercato senza successo un barbiere per tagliare la lunga barba, ci riprovo questa sera.

Nel pomeriggio distensivo bagno in piscina e un pò di sole, poi con mappi abbiamo pianificato i prossimi gironi di viaggio, gli ultimi, andiam con una barca a Chiang Rai a vedere il templio bianco, dormendo una notte nella foresta in una simpatica ed economica guesthouse.

Domani invece passeggiata nella foresta, viene anche Lorenzo cha a breve rientra in italia, poi gforse riusciremo a vedere la danza del dragone, ogni giorno a china town ci dicono che è domani.

Questa sera passeggiando in mezzo alle innumerevoli bancarelle di cibo abbiamo mangiato qui e la varie specialità proposte per la festa, scattato foto e poi abbiamo conosciuto un simpatico tizio che vive a singapore e che ha girato il mondo in autostop vent'anni fa ex dipendente Ibm in pensione, poi due ragazze in vacanza con cui siamo andati a comprare le candele volanti vietnamite, che non ricordo come si chiamano, ognuno ne ha fatta volare una esprimendo un desiderio, la mia è volata per prima e si è persa tra le nuvole...

Qualche foto dala China Town di Chiang Mai -Thailandia-

Massaggi per la strada




Bancarella di sushi, un pezzo dieci bat ( trentacentesimi di euro )




Ultimi "lavori" per il palco di domani sera




ps: Ho tagliato la Lunga Barba