lunedì 24 gennaio 2011

Angkor wat

PRIMO GIORNO: ore dodici e cinquantatré minuti del ventitré gennaio duemilaundici Angkor Wat Temple 

Mi trovo a ridosso del più grande complesso archeologico della cambogia e sccondo il guinness di primati il più grande del mondo, ho pagato quaranta dollari per entrare all'interno dell'area per tre giorni anche se penso che mi fermerò solo due ma il prezzo era identico.

Purtroppo la notte di ieri è stata una notte insonne e questa mattina mi sono alzato con fatica alle dieci e non alle cinque come previsto.
Esco dall'hotel e prendo il primo tuktuk per recuperare il ritardo e tratto un viaggio sola andata per Angkorwat, due dollari e partiamo, dopo dieci minuti circa arriviamo, mi fanno una foto e mi stampano un biglietto personalizzato con la foto e si riparte per avvicinarci al primo tempio, il più grande.

Inizia il incammino e scatto le prime foto, intorno c'è un grande lago o fiume, non si capisce, poi mucche e scimmie e ancora turisti cinesi e giapponesi a frotte, sembrano l'attrazione più grande, ma come posso contestare, visto che anche io sono un turista che scatta un sacco di foto.

Qui inizio di nuovo a pensare al concetto di "turista" rifiutandolo e camminando mi innervosisco vedendo i turisti che danno le caramelle alle scimmie, mi abbasso e scatto qualche foto ai nostri primogeniti, per poi avvicinarmi alla prima parte del tempio, qui il poco rispetto dei presenti per ciò che è significato e dovrebbe significare ancora mi destabilizza ulteriormente, immagino chiudendo a volte gli occhi cosa accadeva qui durante la costruzione e nei secoli successivi, cerco di immaginare il panorama rendendomi conto che la vegetazione non va tenuta in considerazione se non per qualche albero che al tempo era solo un piccolo giovane albero. Continuo il mio percorso e mi siedo ogni tanto per toccare le pietre, per scattare foto, per immaginare il passato e per attraversare con calma questo luogo, per fortuna scopro che è veramente immenso e i turisti per fortuna non riescono a riempire ogni spazio, oltre al tempio principale ce ne sono altri minori, mi avvicino ad uno di questi e mi siedo per una mezzora, il tempo è bello, sole caldo e qualche nuvola che ogni tanto da respiro dal calore, il tutto accompagnato da grandi soffi di vento… mi è venuta fame ma purtroppo mi sono dimenticato anche i biscotti e il the comprati appositamente.


Allungo lo sguardo e vedo bancarelle, mi avvicino e mi propongono anche cibo, mi siedo e inizia anche un stressante trattativa per un vestito che non voglio, parte da diciotto dollari per arrivare a cinque, ordino sprint roll Kemner che sono vegetariani e una angkor beer, attendo sotto gli occhi pesanti di una persona stanca, la venditrice di vestiti che mi ha seguito e si è seduta davanti a me, mangio gli spring roll e bevo la birra, scrivo questo testo ed osservo il panorama alle mie spalle, AngkorWat riflesso in una delle piscine che lo circondano.




Chiudo il mac per finire di mangiare, finire la birra, comprerò i pantaloni almeno è contenta, li regalerò a qualcuno, alla fine non sono male e poi mi incammino verso la seconda parte della mia visita.


Ho camminato poco e mi sono ritrovato in una pagoda, monastero buddista e orfanotrofio, qui vengono ospitati bambini provenienti da villaggi vicini e gli viene insegnato l'uso di alcuni strumenti, anche se di principio l'idea è buona, non mi piace molto in questo contesto di sito turistico, i bambini sono seduti che attendono il passare dei turisti e un cartello chiede delle offerte, l'immagine mi ricorda uno zoo dove è in mostra quello che non vedi vicino a casa tua, volevo fare un video per farlo vedere anche a chi legge, ma il combattimento per la privacy, la non omologazione e la volontà di non apparire come tutti gli atri personaggi che mi circondano mi impedisce di scadere nel solito versamento di un'offerta per poi girare un video, nulla di diverso dai diritti televisivi occidentali, qui comprati a basso costo come ogni altra cosa. Metto un'offerta e faccio la foto solo al cartello.

Ora sono seduto al centro del cortile della pagoda e intorno a me non c'è nessuno, oltre alle poche parole per la contrattazione di prima e l'ordine al ristorante non ho parlato ancora con nessuno e non ho intenzione di farlo, ascolto gli uccelli che sembrano unirsi alla musica dei bambini che inizia con il passare di ogni turista, inoltre per la strada decine di bambini cercano di vendere qualsiasi cosa, cartoline, cappelli, magliette, quadri e assillano chiunque passi.

Mi sono addormentato tardi e svegliato presto mi sento un pò stanco, rimango qui un pò ad osservare la pagoda piena di dipinti e le nuvole che scorrono lentamente sopra di me….

Il giro per concludere il primo templio prosegue senza nessuna situazione da descrivere, scatto foto, penso ed osservo attentamente i particolari dettagli di queste magnifiche costruzioni.

Esco da AngkorWat e ancora una volta decine di tukTuk mi assalgono per darmi un "passaggio", rifiuto gentilmente e mi incammino su un lungo viale attraversato da un sacco di motorini, tuktuk, biciclette e qualche pullman carico di turisti in gita organizzata, la strada è lunga ma piacevole, cammino scattando qualche foto e decido di fare un'altro autoscatto, uso la macchina fotografica piccola montata sul mio monopiede, sorrido al pensiero delle persone che mi vedono.

Scatto e proseguo.

Finito il giro non avendo voglia di tornare a piedi, ho incontrato due ragazze alle quali ho fatto una foto mentre una fa la foto all'amica che salta da un pezzo di roccia, poi ho chiesto a loro se avevano il TukTuk per Siem Reap, mi hanno detto di si e gli ho chiesto un passaggio, ci siamo conosciuti e ho scoperto che sono Vietnamite, ho spiegato che ero a HCMC per l'adozione di Alice Minh con la family e gli ho fatto vedere le foto dal portatile.


Ci siamo incamminati verso il TukTuk e abbiamo fatto qualche altra foto compresi due autoscatti tipici da turisti, ci tenevano ad avere una foto con l'amico italiano che hanno conosciuto in Cambogia.



Autoscatto e poi via di TukTuk verso l'hotel, mi hanno lasciato sotto l'albergo e salutando sono andate via, mi hanno lasciato la mail e mi devo ricordare di mandare le foto che abbiamo fatto.
Felice di aver fatto anche questa conoscenza.

Ore venti e ventidue

Dopo aver fatto due ore di skype con l'Italia decido di andare a mangiare, e questa sera vorrei provare a cambiare, trovo un ristorante particolare che ha su ogni tavolo una piastra ad induzione dove mettono una bacinella con del brodo, poi si ordinano gli ingredienti che si preferiscono, che nel mio caso sono stati babycorn, funghi shitaky ( quelli che ha milano abbiamo preso e costavano quarantasei euro al chilogrammo) e altre verdure, buono ma mi sa che domani mangio all'indiano che è meglio.

Finito di mangiare cerco di scoprire dove sono le migliaia di turisti che di giorno popolano i templi, chiedo ad un TukTuk e mi porta per il solito dollaro in bar street, migliaia di turisti ovunque, per fortuna non sembrano stile alpitour ma comunque non troppo differente da Rimini di dieci anni fa, sono per la maggior parte del nord europa, giappone e korea ( a prima vista ).

Passeggio un pò e chiecchero con qualche venditore , ma sono un pò stanco cercare di intendere e spiegare cose in inglese, mi giro verso l'interno di un bar e sento due italiani che stanno discutendo di alcune ottiche canon, mi interessa l'argomento, mi sembrano persone interessanti, mi avvicino, chiedo se posso sedermi e mi unisco alla discussione davanti ad una birra.

I personaggi sono tre, Alessandro vive tre mesi qui e tre mesi in Italia, qui lavora per una ONG in un orfanotrofio, Massimo detto Mappi è stato qui l'anno scorso e ha scattato alcune foto, tornato in italia ha fatto un calendario e ha raccolto tremiladollari circa , quest'anno è tornato a portarli in un orfanotrofio al quale vorrebbecomprare una terra, non è un percorso facile ma ha fiducia nel fatto di riuscire a travore i soldi e fiducia nelle persone che vuole aiutare sul fatto che faranno buon uso dei suoi doni ed il terzo è un fotografo che accompagna il Mappi per fare un reportage Lorenzo.

Mi accorgo sempre più che questo popolo di persone che aiuta chi è in difficoltà è ampio, non mi trattengo però dal sollevare la questione che Stefano a Kon Tum mi ha fatto venire i mente e pongo a loro il quesito, se non è forse vero che chi viene in Asia ad aiutare le persone che hanno "bisogno" in realtà non lo faccia per se stesso, non attendo risposta e io ammetto di essermi reso conto che io aiuto gli altri per fare del bene a me stesso. Mappi dice che anche lui ha questo dubbio, ma che se tutti per stare bene aiutassero il prossimo, sicuramente il mondo sarebbe almeno un pò migliore.

Poi ci viene in mente il telefilm del tipo con la lista di cose da aggiustare per il suo karma e scoppiamo tutti a ridere.

Conosiamo in quel bar anche Davide che gestisce con un amico spagnolo una guesthouse in città, e poi un tuktukman che domani mi deve portare a continuare il giro nei templi, tratto per la giornata di domani e inserisco anche un passaggio a casa per questa sera, per non farlo annoiare nell'attesa lo invitiamo al tavolo con noi e gli offriamo prima una coca e poi coca&wisky.

Le birre si moltiplicano e l'ora si fa tarda, decidiamo di andare a casa, domani appuntamento alle Sedici per andare all'orfanotrofio dove lavora Alessandro e la sera si cena nella guesthose di Davide, lunedì si va invece all'altro orfanotrofio, ho aggiunto tappe al mio viaggio e ne sono contento, loro mi raggiungeranno poi settimana prossima nella capitale da dove probabilmente si parte per la Thailandia verso il nord a visitare alcuni villaggi interessanti, escludendo però l'idea di Mappi di andare sul confine della Birmania a vedere gli eserciti schierati, visto che ultimamente sono state arrestate molte persone scambiate per dissidenti Birmani in fuga.

Ora cerco di riposare almeno un'oretta


Notte. K

SECONDO GIORNO : Ore cinque e venti del ventitré gennaio duemilaundici

Mi suona la sveglia e la spengo poi mi chiama la recep per avvertirmi che il mio tuktuk mi sta aspettando, purtroppo io mi riaddormento e mi sveglio alle sette, accorgendomi che l'amico della sera prima è andato via, lo chiamo al cellulare e lui ha già un altro cliente, ma non importa, faccio una grossa colazione in hotel e poi esco.

Contratto con un'altro tuktuk e per dieci dollari mi porterà in giro tutto il giorno, partiamo e gli dico cosa ho visto ieri, il cielo è coperto e c'è una cappa di caldo, tengo la macchina fotografica nello zaino perché la luce è pessima per fotografare, visitiamo i primi templi e poi ne scelgo uno un pò isolato.

Ora mi trovo qui, sono le dieci e venticinque e sono seduto su uno dei punti più alti del templio con le gambe incrociate a scrivere, alcuni passano e mi chiedono cosa faccio, ho detto che scrivo, ma mi sa che hanno capito che faccio lo scrittore e una coppia di giapponesi mi hanno voluto fare una foto, forse come dice bea, il piccolo Kucciolo di Buddha e aggiungerei tecnologico, qui c'è una pace assoluta, passano pochissimi turisti e il templio mi inspira voglia di scrivere, anche se in realtà mi sono incastrato in un racconto che mi sembra troppo dettagliato e non so nemmeno per quale motivo, una narrazione che molto probabilmente terminerò a breve per tornare a fare più analisi cercando di esprimere più brevemente i concetti che vorrei condividere.

Ogni tanto esce uno spiraglio di sole ma è debole e poi scompare, scatto qualche foto, oggi in bianco e nero, poi raggiungo il tuktuk e cambio templio, magari nel prossimo scrivo qualche cosa di diverso.

Un saluto

Pubblico due foto ma ne ho scattate tante, le devo rivedere per scegliere come esporle. k





PS: ho bevuto troppe birre ieri, da oggi abbasso la media perché voglio essere più lucido e avere meno peso in testa e nello stomaco.


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