mercoledì 2 febbraio 2011

Viaggio Phnom penh ( Cambogia ) Chiang Mai ( Thai )


Ore ventitre e zero due minuti del trentuno gennaio Duemilaundici

Sono sul Bus che mi sta portando a Bangkok, fuori è buio e penso che faccia anche caldo, all’interno del bus, per qualche strano motivo che ingoro, ci sono dieci gradi condizionati dall’aria al Massimo, le luci sono basse e tutti dormono.

Io spero di non disturbare troppo con la luce tenuta al minimo del mio mac, ho appena finito di vedere il documentario wikiLeaks Rebel sottotitolato in italiano, penso al museo di oggi, al video del soldato Americano, alle similitudine ed ad una frase di Assange “ Quello che odio è quando qualcuno abusa del suo potere e colpisce degli innocenti senza avere alcuna necessità di farlo”.

Julian esprime queste parole in relazione al video pubblicato dal suo sito dal nome collateral murder dove un elicottero Americano che pattugliando un quartiere di Bagdad prese di mira due giornalisti, successivamente un forgone che portava dei bambini a scuola si è fermato a soccorrere I giornalisti ed è stato attaccato anch’esso, il tutto con le registrazioni audio del commando che porta a termine l’azione, mi vengono I brividi ogni volta che rivedo quelle immagini e mi vergogno per gli “Uomini” che hanno compiuto quel gesto.

Socchiudo il mac da dove ora ascolto un pò di musica

ventitre e cinquantanove del trentuno gennaio duemilaundici

Trovo a tratti surreale questo mio pellegrinaggio, specialmente nei viaggi solitari in bus, ore passate ad osservare il mondo scorrere lentamente vicino a me, anche ora, è BUIO ma le luci del mezzo illuminano una grossa parte di quello che sfioriamo, penso che vorrei che tutti vedessero quello che vedo io, penso di prendere la macchina fotografica per girare un video, metto la mano sul mac per chiuderlo ed è praticamente gelato dall'aria condizionata, mi ricordo anche che i piedi stanno gelando e che la batteria sta finendo, tutti sembrano dormire in questo viaggio notturno. Mi guardo in giro e ripenso che solo le immagini non possono trasferire le mie emozioni ora, le mie analisi non cessano mai, musei, interviste a sconosciuti, scatti ad ogni cosa che attira la mia attenzione, wikileaks, guerra, iraq, cambogia, polpot, freddo, cuore, caldo, intenzioni, volontà, resistenza, amore, popolo, fratelli, figli, futuro, umanità, natura, ancora cuore, amore, ancora umanità, soprattutto resistenza e speriamo presto rivoluzione…

Non ho più voglia di esprimere null'altro, concludo con un'altra frase tratta dal documentario visto prima, pronunciata da Smith che mi ha colpito e che spiega le mie sensazioni.

"il punto è la tua visione, che idea hai della società vedi quello che c'è e lo accetti come un dono di dio, oppure se vedi che c'è un problema ti sbatti e cerchi di trovare una soluzione creativa per quel problema"

Un saluto al Regno di Cambogia, esco da esso, lo porto nel cuore, ritornerò, l'ho promesso a me e a tante altre persone.

k-

Una e diciassette del primo febbraio duemilaundici

è già febbraio e io sono continuamente insonne, ma non voglio più combattere questa condizione, dorme il corpo stanco e veglia la mente che non ha pace, continuo a vedere chilometri di alberi e mezze ombre che scorrono davanti ai miei occhi, la temperatura nel bus ora è accettabile e ora è sicuro che molti dormono perché si sentono russare.

Penso incessantemente a come creare una nuova sinergia tra tutte le risorse che ho a disposizione e tra tutte le realtà con cui vorrei interagire, unificare tutti i miei progetti in un unica missione, per non disperdere energie.

Una moltitudine si muove, me la ricordo come se avessi pronunciato io quella frase, parte di una presentazione che raccontava di tutte le persone che si muovono per un mondo migliore, qualcosa che non tutti conoscono perché la scatola non ne parla, io la scatola sono riuscito a spegnerla per sempre, senza mai averne avuto nostalgia…

Come un fiume che si muove, un popolo che resiste, me lo immagino davanti agli occhi perché esiste, e cerco nella memoria un'altro pensiero passato che raccontava di come non dovrebbe essere abusata la parola umanità, dove uomini non fanno nulla per altri uomini, dove ogni essere vivente, vive perché parte integrante di un sistema.

Forse inizio ad essere stanco, detto lentamente questo testo, fatico a scrivere su questa strada, forse è arrivato il momento di dormire, chiudo il mac, e metto l'ipod per addormentarmi con un pò di musica, mi fa sentire meno solo, anche se intorno a me ci sono un sacco di persone.

Otto giorni al mio rientro, avrò molto da fare ma da quando rientro mi preparo anche a ripartire.

K

Ore Tre e quarantacinque dal primo febbraio duemilaundici

Il viaggio in bus continua, siamo arrivati a Battambang dove abbiamo fatto una pausa per far scendere alcuni passeggeri e io ho sfruttato il momento per cambiare sedile, il posto numero otto che mi era stato assegnato è difettoso e non rimane bloccato nella posizione supina, ora ho due posti per me e la situazione è molto più comoda, ora dovrebbero esservi tre ore per arrivare al confine a Poi pet, li ci sarà un'altra sosta e dovrò fare il visto Thailandese.

Peccato che il celo è coperto, non mi sarebbe dispiaciuta una stellata a riempire il panorama.

Ore zero sei e quarantacinque dal primo febbraio duemilaundici

Mi sveglio di colpo da un incubo, mi trovo a Poi Pet sul confine tra Cambogia e Thailandia, ci invitano a scendere per cambiare Bus, mi alzo scosso dal sonno, a brevi tratti mi torna davanti agli occhi il Sogno/incubo, mi scendono lacrime dagli occhi, ma non posso fermarmi, scendo dal bus e dopo aver preso i miei bagagli salgo sul secondo bus. Non percorriamo nemmeno un chilometro e ci dicono che dobbiamo scendere di nuovo, il risveglio è stato difficile e in questo breve tratto conosco una coppia di italiani pellegrini da tre mesi, loro hanno già il visto, io lo devo fare, scendiamo alla frontiera che bisogna attraversare a piedi, mi avvio chiacchierando con loro e raccontando un pezzo di sogno, penso di essere visibilmente scosso e mentre faccio la fila per uscire dalla cambogia ed annullare il visto cambogiano ripenso al sogno.

< Sto lavorando per un mio cliente e stiamo facendo un tour dove facciamo interviste alle persone, c'è da montare un piccolo set e con me c'è stefano che monta le luci e marco che supervisiona, non comprendo il perché ma in questa tappa siamo soli, io procedo con il montaggio ma il materiale che è stato inspegabilmente sostituito è vecchio e strano, anche la location è un pò ambigua, vecchia stile anni trenta con tutti gli spazi molto piccoli, procedo con le ultime installazioni e scopro che questa intervista è da fare ad un macellaio, poi mi comunicano che c'è da fare un video ad una sezione di una mucca ma che io devo sezionarla, penso che sia già morta, non ha la pelle ed è appesa, davanti a me un negozio dove stanno sezionando un'altra mucca e quello che vedo è strano, le sezioni sono piene di zone cave con all'interno cose, non capisco cosa, ma comprendo che la sostanza principale che sta tagliando è spugnosa.

Procedo con il taglio della mucca che ho davanti, ma ad un certo punto fa un sospiro, è ancora viva, osservo il suo muso e gli occhi sanguinano e sembrano implorare pietà, balzo indietro e mi viene un attacco di panico, mi guardo intorno e sono completamente solo, mi guarda solo il macellaio che ride e continua il suo lavoro.

Scappo via, tutto mi sta precipitando addosso, incontro alberto che mi chiede cosa succede e io, che mentre correvo facevo telefonate, lo rassicuro che un operatore arriverà a sostituirmi, che non posso continuare, che sto male, che quella mucca è ancora viva, senza respirare continuo rapidamente a parlare, poi incontro una donna sfigurata in volto, la riconosco dopo un pò, è paula e vuole parlare con Christian , lui non c'era prima ma ora è apparso, ci troviamo in un aeroporto, chiamo christian e tutto intorno a noi due sparisce di nuovo per catapultarci in riva ad un lago, uno strano tizio ci mostra delle lattine biodegradabili, ci spiega come funzionano e ne lancia una nel lago, io gli faccio notare che ha lasciato la plastica della confezione attaccata che non è biodegradabile, mi volto verso di lui e lo riconosaco; è il macellaio di prima, inquadro stretto i suoi occhi e quando l'inquadratura si allarga sono ancora davanti alla mucca che soffre. Attacco di panico, mi tremano le gambe, piango e crollo a terra>

…mi sveglio con e lacrime agli occhi… è la prima volta nella mia vita…

Attraverso la frontiera tra i due stati che è molto ampia e ospita anche un casinò, arrivo all'ufficio immigrazione thailandese, con i ragazzi italiani, ho in mano il mio ticket dl bus, ho letto più volte la dicitura che avverte che chi lo perde deve ripagare il biglietto, lo metto via e compilo il documento per entrare ed ottenere il visto, faccio la fila, mi timbrano il passaporto e mi avvio per la via che mi sembra ovvia per entrare in thailandia, non riesco a non pensare al sogno, appena fuori dalla frontiera mi rendo conto che non c'è nessuna delle persone che era sul bus con me, cerco il ticket ed è sparito, svuoto le tasche, guardo nei libri, ma nulla da fare.

Decido di tornare indietro ma è possibile solo fino ad un certo punto, svolto a destra e vado dove avrei dovuto andare prima, forse, ma non c'è nessuno e non c'è il bus, chiedo informazioni ma nulla, cercano di vendermi un'altro bus, decido allora di prendere un TukTuk thailandese che sono un pò diversi, tratto per tre dollari e mi portano alla stazione dei bus, pago e scendo. Qui faccio il biglietto per raggiungere Mo Chit in Bangkok, altra fermata di bus, li c'è l'ultima corsa per Chiang Mai, pago sette dollari e mi danno il resto in Bat, nuovo stato, nuovo capitolo del mio pellegrinaggio e nuova moneta, salgo sul bus e mi metto a scrivere…

Mi sembra di essermi svuotato un pò, spero di arrivare in tempo per prendere il bus delle nove altrimenti mi sa che oggi mi fermo a bangkok.

Ore nove e venticinque

Mi rendo conto che il bus è un locale e che farà tutte le fermate fino a Bangkok, ma la situazione non mi dispiace, il sogno sta sfumando e non sono più agitato, mi viene da pensare che preferivo la Cambogia me penso subito che ancora non ho conosciuto questo paese, cerco di informarmi a fatica perchè qui non parla nessuno inglese tranne una studentessa che sale con il suo ragazzo, mi dice che ci vogliono Quattro ore, stupito mi rilasso e osservo il panorama.

Ore Tredici e dieci

Arrivo a Mo Chit, la femrata degli autobus è immense, scendo e schivo tutte e richieste di tour e taxi, chiedo dove trovo il bus per chiang mai, mi indicano un capannone lontano circondato da altri bus e mi avvio camminando tranquillamente, chiedo di nuovo e una guarda mi accompagna davanti alla biglietteria, purtroppo accettano solo Bat e io non ne ho a sufficienza, quindi cerco una banca e nel frattempo I Bus delle tredici e trenta parte.

Cambio quarantadollari in milleduecento bat, torno alla biglietteria e faccio il ticket per il bus delle quattordici e trenta, meglio, ho il tempo di comprare del cibo e delle bibite, poi mi metto alla ricerca di un posto dove posso caricare il mac, ma nulla, fino a quando una gentile signora del centro informazioni mi da la possiblità di attacarla nel su banco, io attendo fuori mangiando noccioline e semi di girasole.

Penso che mezzora di carica basterà, in questo viaggo il mac con luminosità al minimo usato solo per scrivere mi ha dimostrato grandi prestazioni, circa cinque ore di durata, e quando mancano solo cinque minuti controllo se c’è una connessione wireless gratuita, la trovo e mi connetto per avvisare che tutto procede bene, rispondo ad una mail di Martina, scrivo a danilo che lo vedo online, è già a Milano tornato dal Nepal e poi chiaccherò con Mappi che mi attende a Chiang Mai, mi suggerisce di non dare più di cento bat al tuktuk per andare all’hotel e che avverte la reception, controllo altre mail e poi mi avvio al bus.

Attualmente sto terminando questo testo e sono le diciannove e trentanove del primo febbraio duemilaundici, il bus è il più comodo che ho preso fino ad oggi, ci hanno dato una bottiglia di acqua, un panino con bustina di ketkup e siamo appena partiti da una pausa in “autogrill” dove il pasto era compreso nel biglietto, ma come al solito non c’era molto vegetariano, solo uova che però non avevano un bel colore, comunque non ho fame, ho stuzzicato troppo, concludo questo testo e cerco di riposare per le ultime Quattro ore di viaggio.

Sono ventiquattro ore che sto viaggiando in Bus.

K

Ore una e venti

sono arrivato dopo ventinove ore di Bus.

Se non mi saltà addosso di nuovo l'inspirazione faccio una pausa dai racconti, presto pubblicherò le foto e qualche video, tanto c'è molto anche indietro da leggere e fra poco torno a casa, li continuerò  cercando di riassumere il pellegrinaggio.

Tornate a visitare queste pagine, alla fine di questa storie, ne inizierà sicuramente un'altra.

Con affetto da Chiang Mai -Thailandia -

Luca

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