mercoledì 9 febbraio 2011

Appunti di viaggio ZEROUNO : Buddismo in Thailandia

Il buddismo e il mio punto di vista. 

Questa mattina nove febbraio duemilaundici, mi sono svegliato relativamente presto e ho iniziato, dopo la solita contrattazione con un tuktuk, un giro per visitare i templi di Bangkok city, si parte da un tempio dove risiede una statua gigante del budda in piedi, tutta d'oro, raggiungo il luogo , scendo, compro due bottiglie di acqua, ne offro una al mio driver e mi incammino all'interno del tempio, scatto qualche foto e cerco di tenere a bada i miei pensieri, ma si agitano e riemergono altre immagini scattate e ragionamenti simili già fatti in questo pellegrinaggio, osservo i dettagli di pregio del tempio e mi chiedo chi paga tutto questo, vedo tanti turisti e devoti che lasciano offerte e mi domando se sia il caso di utilizzare tutti questi soldi solo per le strutture, per le apparenze. 

Mi torna in mente un discorso affrontanto con Antonio che mi poneva come esempio la fedeltà al buddismo del popolo cambogiano che è molto superstizioso, che fa donazioni per accaparrarsi le grazie delle divinità in ogni occasione importante, e penso che questo sia volontà personale e non lo contesto. 

Penso al tempio bianco di Chiang Rai ( Thailandia ) , che sembra o lo è veramente, costruito solo per i turisti… 



Penso alla strumentalizzazione di questa cultura e trovo troppe similitudini con la chiesa che ho sempre combattuto, quella delle sovrastrutture, delle chiese addobbate, degli sprechi del vaticano, della distanza tra le parole di carità e le azioni. 

Ragiono e forse è semplicemente qualcosa di simile ad una azione di marketing, motivata dai risultati ? motivata da…? 

Sono confuso…. mi passano davanti agli occhi le immagini di tutti i monaci con cellulare che ho incontrato e penso, va bè questa è l'evoluzione dell'uomo, ripenso al monaco che ho visto in una fermata del bus, stava fumando una sigaretta, inizio a temere che qualche cosa non và, questo è un vizio, una cosa che non sta nella retta azione e non sposa il concetto del retto sforzo, cerco di trovare una risposta e ripasso il nobile ottuplice sentiero, una delle basi del buddismo. 

Retta visione 

Retta intenzione 

Retta parola 

Retta azione 

Retta sussistenza 

Retto sforzo 

Retta presenza mentale 

Retta concentrazione 

Penso ad una pecora nera e non più arancione, io che mi avvicino ora all'unica dottrina in cui posso credere, mi chiedo allora chi sono i Monaci buddisti se non degli esempi, dei maestri… perso nel troppo pensare sento una campana che suona, vedo la gente che si avvicina ad una tavola dove siedono i monaci, e gli portano da mangiare, sembrano comportarsi da santi, ma il mio occhio è sempre assetato di curiosità come il mio obbiettivo, scorgo i piatti e contengono carne e pesce, mi si agita l'intestino, si contorce come se da li che cerco una risposta alle mie domande credo che tutte le domande abbiano una risposta, decido di iniziare a fare le domande a loro, mi rivolgo ad un devoto che mi indica la stanza del monaco superiore o qualche cosa del genere, mi avvicino e da quella stanza esce un monaco che non sa cosa voglia dire digiunare viste le sue dimensioni, non mi degna di uno sguardo, prosegue verso la tavola imbandita parlando con il suo Iphone Quattro in una custodia in radica… 

Rimango in silenzio, cerco di scattare qualche foto ma sembra che i miei occhi quasi non vogliano vedere, crolla un castello arancione e diventa sabbia sporca… si avvicina un tipo sulla quarantina, mi chiede se va tutto bene, gli rispondo che penso proprio che qualche cosa non va bene, gli chiedo se i monaci vivono di elemosine, la prendo larga, lui sorride e risponde di si, io esplodo e gli chiedo se è giusto compare un iphone con i soldi delle elemosine, comprende che non sono li ad aumentare il conto della cassa, ma sorride e mi dice che ognuno fa quello che vuole. 

Sospiro, respira kucciolo, respira…. 















Seconda domanda, lui è preparato, io mi esprimo senza nessun filtro, estremo, assolutamente estremo, lo so sbaglio, cerco di lavorarci, ma soprattutto quando sono incazzato, viaggio alto, aggressivo, senza caricare ma esprimendo semplicemente i miei pensieri senza elaborarne una versione light 

Io penso che quello che c'è in quel piatto, per il buddismo, potrebbe essere la rinascita di un suo parente, quello che sta per mangiare era un'essere senziente che ha perso la vita che mai bisognerebbe minare... voi non credete al Dharmacakra ? 

Lui sorride e mi dice che ci credono ma che in thailandia mangiano la carne, che non dappertutto è uguale. 

Comprendo un sacco di cose in pochi minuti, comprendo che a volte proveniendo da una alimentazione a base di carne non si possa radicalmente cambiare, il corpo ne risentirebbe, comprendo che sia difficile essere vegetariani in occidente, ma nei monasteri e soprattutto in oriente questo non riesco a metabolizzarlo come concetto che scusi l'uccisione di esseri viventi in grado di provare dolore, sento pesante ogni addobbo di questo e di tutti i templi che ho visitato, sono infastidito dal colore arancione che ho sempre adorato e rispettato.

Saluto, mi congedo, cerco di salutare con il massimo rispetto la persona che mi ha dato le risposte che non mi aspettavo, ma che mi hanno leggermente aperto gli occhi, restituisco l'inchino e faccio il giro della tavola, scatto qualche foto come si fa allo zoo, con delle bestie strane, loro ridono, si fanno aprire l'acqua da donne che credono in loro, si abbuffano e distruggono un'immagine che credevo pura ma che forse è semplicemente la copia di quello che la chiesa fa in occidente, un'altra struttura che mangia alle spalle di chi veramente ci crede.

Rispetto infinitamente con tutto il cuore chiunque ha una credenza religiosa, ma non chi si approfitta di questo.

Comprendo allora che, soprattutto in questi paesi, sia meglio studiare, vestirsi di arancione e mangiare gratis, piuttosto che vivere di stenti.

Siddartha non ha insegnato questo, nonostante abbia passato tutti gli stati dagli eccessi alle privazioni estreme, poi ha insegnato che la via mediana è la retta via.

Era un pò di tempo che camminando cercavo questa risposta, non voglio colpevolizzare tutti, ma tutti quelli che ho visto nei luoghi toccati dal passaggio di turisti e pellegrini, sono corrotti. La peggiore delle corruzioni, quella che permette all'anima di approfittare della credenza di altri per riempire la pancia. 

Rinnovo la mia convinzione nella piena credenza che la filosofia Buddista si quella che più approvo, che le quattro nobili verità rivelate pronunciate, secondo la leggenda, da Siddhartha Gautama, siano una buona posizione per affrontare la vita e soprattutto il tentativo di aderire al Nobile Ottuplice Sentiero, rimangono pratiche molto rispettabili che possono portare ad una umanità rispettosa e democratica. 

Al contempo rinnovo la mia contrarietà alle strutture che promuovono e concentrano i credi religiosi in luoghi fisici sotto il potere di uomini, ripenso a San Tommaso, diceva di aver sentito parlare Gesù che gli disse, alza una pietra e io sarò li, spezza un pezzo di legno e io sarò li, e secondo la mia interpretazione mi sembra che il buddismo voleva dire, guarda dentro di te ed io sarò li, ognuno porta con se la divinità e solo l'accettazione la concentrazione nel rispetto degli altri può portare ad un bene per se stessi ad al risveglio del signore/buddha o quale altro nome gli si voglia dare, dentro di noi. 

Ho vomitato in questo testo quello che mi ha reso ancora più scettico su un mondo corrotto, pellegrino alla ricerca di nuovi semi per una nuova umanità, comprendere quale è la strada per aiutare a tenerla pulita e percorrerla con chi condivide la necessità di una rinascita. 

Concludo con una frase del buon Masu che mi rimbalza a volte in testa quando penso che è necessaria una resistenza a queste corruzioni attendendo una soluzione o una strada da percorrere che sia convincente : "più che resistere bisognerebbe insorgere, magari prima risorgere" 

Ultimo scatto all'interno dell'ultimo tempio.

Salgo sul tuktuk e chiedo se mi può portare in un orfanotrofio, se ne conosce qualc'uno, ma in realtà non comprende nemmeno quello che gli dico, mi continua a ripetere se posso entrare in un negozio di vestiti anche se non voglio comprare nulla, perchè così a lui gli regalano un ticket per fare benzina, dico di si perchè sono stanco e non ho voglia di discutere, arriviamo nel posto ed è una immensa boutique di sarti indiani, entro e mi propongono un completo in cashmire a quattromila bat, circa cento euro, sarebbe bello, fatto su misura, ma non vorrei spendere altri soldi, cerco di divincolarmi mentre cerco anche di comprendere se lo voglio o no, dico che alle sedici ho il bus per l'aeroporto, mi dice che il tempo è poco, sorrido, ringrazio e saluto.

Fuori c'è anche un taxi e un ragazzo thilandese che parla inglese a cui chiedo dell'orfanotrofio, mi dice che sa dov'è un  grande centro che si occupa di bambine vittime di abusi e abbandonate, mentre parlo con loro vedo il tuktuk che era con me che va via, non mi rimane che prendere il taxi e dirigermi verso l'orfanotrofio, preferisco osservare e dedicare il mio ultimo tempo in Bangkok al motivo per cui sono pellegrino, i bambini e il futuro.

Arriviamo al centro, è immenso, mi reco nella sala ricettiva dove mi viene incontro una ragazza che mi accompagna alla sua scrivania, racconto il mio percorso, faccio vedere delle foto fatte in altri orfanotrofi, lei mi chiede di attendere e ritorna con la direttrice, mi spiegano molto gentilmente che è una struttura governativa e che ci vuole una serie di permessi, chiedo se almeno posso visitare il progetto senza fare foto, mi dicono di si, ma poi mi portano in una stanza piena di fotografie, guardo un pò, mi sembra un'altra isola pacifica dove bambini e persone con difficolta possono approdare, sorrido, il mio cuore ha preso un'altra boccata di vita, continuo a credere nell'umanità, alzo lo sguardo e la direttrice ha un gran sorriso, mi saluta e mi lascia con la ragazza che mi ha accolto all'ingresso, chiedo le ultime informazioni e mi lascia anche il suo indirizzo email per eventualmente chiedere un permesso per l'anno prossimo, sembra anche lei una anima buona. Mi inchino, ringrazio, saluto e torno al mio taxi.


Oggi non è stata una giornata facile e mi aspetta un lungo viaggio.

A presto

K

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