martedì 1 febbraio 2011

Genocide Museum TUOL SLENG ( Phnom Penh )

Genocide Museum TUOL SLENG
Former Office S21
“Kampuchea Democratic”
1975-1979

Sono le diciassette e quarantuno del primo febbraio duemilaundici

In questo viaggio cerco di portarmi a pari con i racconti delle ultime visite fatte nella capitale, è il momento del Museo Tuol Sleng per il genocidio cambogiano, Sono le tredici e dieci e abbiamo finito di pranzare, saluto i commensali e mi avvio da solo per la visita, pago il biglietto di due dollari e inizio seguendo il percorso indicato dalle frecce con la macchina fotografica al collo.

In principio non mi sembra molto crudo , anche se si dall’inizio trovo similitudini con alcune situazioni che sto studiando ultimamente sulle guerre recenti, proseguo e sempre più immagini trovano parallelismi tra la situazione del campo di genocidio di PolPot e le pratiche di invasione dell’esercito americano in Iraq ed Afganistan come descritte in questo video che ho postato qualche giorno fa su Facebook

Chi non ha tempo di guardarlo può vedere gli ultimi tre minuti ( da minuto dodici )


Lascio spazio ad alcune immagini...














E mi viene anche in mente il diritto umano numero quattro che ripropongo qui sotto.



Io penso che tutto accada ancora, e che la cosa peggiore è che chi perpetra il male è persona inteligente e colta che ne conosce gli effetti.

Continuo la visita e penso che sia veramente un luogo triste, arrivo in cima ad una delle costruzioni e c’è una mostra di dipinti che trovo molto belli, che con i colori sono in grado di raccontare i volti di questa grigia storia, qui trovo anche un gruppo di studenti giapponesi che mi chiede la disponibilità per una intervista, li avverto del mio inglese, dicono che non è un problema e rispondo abbastanza schematicamente alle domande, poi mi chiedono se trovo similitudini tra Hadolf Hitler e Pol Pot, io aggiungo anche con l’esercito americano, saluto e ricevo la telefonata di Antonio che mi sta venendo a prendere, scatto le ultime foto e mi avvio all’uscita in silenzio, questo luogo merita rispetto.















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